Le date che si leggono sul frontespizio di questo libro incorniciano l’opera di un poeta ritrovato, “energico, ragionatore, sempre vicino alle ansie della Storia e alle degradazioni della realtà”, secondo la definizione di Donato di Stasi, che, così continua: “Oltre alla verità sfuggente delle cose e dei fatti, Francesco Paolo Memmo è interessato alla dimensione morale dell’esistenza, per questo le sue onde interrogative si allungano fino al lettore, coinvolgendolo in una comune tensione ideale, nella condivisione della stessa sostanza sensibile che si sprigiona dal pensiero”.  Attraverso quelle “onde interrogative”, il “basso ostinato” musicale evidenziato nel titolo assurge in fin dei conti a metafora di un fare poesia che, con toni ironici e autoironici, esplora un razionalismo scettico e un’estetica priva di sentimentalismo.

(Del resto, basta scorrere i titoli delle opere pubblicate in precedenza, qui riunite, per accorgersi che nessuno di essi cede al lirismo, proprio perché la sua poesia non è mai semplicemente lirica, nemmeno là dove scrive d’amore). Ecco perché, dopo molti anni di silenzio, sfidando attese e convenzioni, Memmo decide di far sentire di nuovo la sua voce, riproponendo ai lettori di questo  primo quarto del secolo tutta la sua opera, senza temere che essa “suoni” inattuale.

 

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