Categoria: I nostoi
Pagine: 88
Prezzo: € 10,00
ISBN: 9791281124042
Anno: 2024
Note: In copertina dipinto di Enrico Pulsoni

«Guida per un primo approccio alla lettura delle poesie di Marco», l’incipit o titolo della prefazione che Elio Pagliarani volle scrivere per Il mondo all’aperto, primo libro di Caporali. Incontrammo anche noi un poeta vigoroso, non privo di spigoli eppure semplice («fugace mi ostento a chiamarmi. / Mi trovo chinato a una goccia / assaggio le mie evaporate forme»). Nel corso di più di trent’anni vie si sono aperte, a più finestre chi scrive si affaccia con Il borgo dell’accoglienza. Ora, «quando più luminosa è ogni cosa / in quiete l’inquietudine si muta», una «quieta confidenza» ci soccorre. E alberi maestri, alberi badanti, terre sommerse o riemerse dove parlano pietre; infine un borgo, un bosco interiore non meno vero di quello reale. Una doppia luce avvolge la poesia di Marco: la prima interamente nostra, azzurra; l’altra molto a nord, attardata sul filo dell’orizzonte. Due cieli si urtano al manifestarsi della forma, una sprezzatura che mai scorda la terra. Ecco una casa ordinata, i cui oggetti «più di qualsiasi parola rivelano»; eppoi i resti dell’improvvisata dimora dove il «vecchio ragazzo» Zeichen trovava la grazia di accogliere gli amici (le radici di un suo albero minacciate dal «muro dei vicini»). Perché di noi «non restino / solo rovine» ancora un poeta, Bordini; e il canto di Billie Holiday un sincopato urlo. La voce, le parole. Quelle di un poeta, “arrischianti”. Marco Caporali conferma qui il suo accento, più sottili si fanno gli accordi.

Tre poesie da Il Borgo dell’Accoglienza

«Quando s’aprono intese

Quando s’aprono intese
tra le lingue non muta che il suono,
una quieta confidenza prende corpo
e parole inaccessibili concedono
la chiave che ad altri le schiude.

 

Casa Zeichen

Minaccia le radici il muro dei vicini
cinto d’assedio l’albero, ridotta
alla sua sola trama
un’amaca in cui nessuno più riposa.
Dei travisati indizi
di un vecchio ragazzo la grazia
resta di un cenacolo di amici
e un brindisi che in ombra si consuma
ridesta in una tana l’aria.

 

Serate con Carlo Bordini

Andava e veniva la gente ma non ci badavi,
anzi ti dava conforto
il rumore in quel caffè di San Lorenzo.
Pur restando in disparte, pacato
come i tuoi personaggi a rincorrere
l’inafferrabile, al presente non hai smesso di accordarti
avversandone il disegno.
Carico d’anni sapevi ascoltare gli acerbi
poeti che ti prendono ad esempio. Con te non si poteva
discorrere di questo o quello, non si poteva
fare finta di niente.
Le parole che al vocio si sottraevano
avevi bisogno di più tempo per porgerle.

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