Voci e visioni di Roma
Poeti e artisti per un omaggio alla Città Eterna: questo lo spirito di Romanesca. Ventisette poeti hanno letto testi rigorosamente in dialetto romanesco apposta per l’occasione, e altrettanti artisti hanno esposto le loro opere ispirate alla città di Roma.
"L’idea di far dialogare un testo scritto – di poesia, di narrativa – con un’opera d’arte non è certo nuova. E però, ad ogni sua realizzazione, riserva quell’interesse sospeso e per certi versi inquieto che scaturisce da un incontro-scontro tra invenzioni, prospettive, esiti diversi – e al tempo stesso contigui nell’affermazione di comuni finalità estetiche. Se poi il dialogo tra parola poetica e segno grafico e cromatico viene declinato assegnando alle opere d’arte e alle parole spazi a sé stanti, ma in un unico ambiente espositivo e di letture, dove l’eco delle une incrocia inevitabilmente quella delle altre, gli ammusamenti tra le due sfere artistiche, le attrazioni, le competizioni (e perfino le ‘zuffe’), e dunque gli scarti di senso e di tono si compongono in un gioco pirotecnico di grande vitalità e gradevolezza visiva e auditiva.
Questo libro, è il frutto di quel gioco di combinazioni di cui si è detto sopra. Ma riserva, insieme, qualche ulteriore sorpresa perché la parola non è parola in lingua, ma in dialetto romanesco, e le opere sono di artisti che gravitano nell’area romana e che di Roma parlano. Ed è compendio di tre manifestazioni, ideate e curate da Francesco Dalessandro e Giuseppe Salvatori, costituite da letture poetiche ed esposizioni di opere artistiche, dislocate in tre momenti, tra giugno 2010 e aprile 2011: complessivamente, ventisette poeti e ventisette artisti nei locali accoglienti della Casa delle Letterature in un confronto convintamente caldeggiato e reso possibile dalla direttrice Maria Ida Gaeta".
Dalla prefazione di Domenico Vuoto
Poeti e artisti celebrano Roma - scene sui versi in dialetto
di Lea Mattarella
«La Repubblica», 30 guigno 2010
ROMANESCA: si chiama così la rassegna curata da Maria Ida Gaeta e ideata da Giuseppe Salvatori alla Casa delle Letterature. A intonarne il motivo, per il primo appuntamento (ci saranno altre due tappe e, in chiusura, un libro edito da Il Labirinto) sono nove poeti e nove artisti chiamati a rendere il loro omaggio a Roma. I primi (Domenico Adriano, Marco Caporali, Michele Colafato, Alessandro Contadini, Francesco Dalessandro, Giampaolo Morelli, Ottavio Sforza, Domenico Vuoto, Rosangela Zoppi) leggeranno stasera i loro versi, rigorosamente in dialetto. E saranno acccompagnati (fino al 5 luglio) da un ritmo scandito dalle immagini: disegni, fotografie, acquarelli, installazioni.
Salvatori interpreta l'opera giocando proprio sulla parola e sui significati. Ha creato un lavoro in cui la silhouette del Lazio sembra sdoppiarsi e ricomporsi. Si interroga sui segni della scrittura anche Innocenzo Odescalchi, mentre Marilù Eustachio anima gli angeli del ponte di Castel Sant'Angelo. La storia, l'incendio di Roma del 64 A.D. è al centro delle carte di Nancy Watkins e hanno un sapore lontano e misterioso i disegni di Andrea Fogli. Elvio Chiricozzi inquadra il cielo, evocato anche dai segni astratti di Giulia Napoleone che raccontano un eclissi. Le stampe fotografiche di Daniela Monaci sono poetiche, come il labirinto di Felice Levini in cui a indicare la strada del cosmo sono piccole chioccioline.
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