|
Parola recentamente codificata nel Vocabolario Treccani, la «gattità» entra per la prima volta, felpatamente, nella lingua italiana con questi versi di Gianfranco Palmery: «cerca il cibo, si appis...
|
|
Il motivo della fama è antico quanto la poesia. Nel poeta moderno è spesso diviso nella duplice postulazione del desiderio e del distacco. Così è in Keats. La fama come coronamento dell’opera de...
|
|
Dicono di strappi e di ferite i nuovi versi di Colafato, portando tuttavia in sé poteri lenitivi; se evocano piaghe di prigionia, annunciano, sia pure amare, raggiunte liberazioni: «sulle serrature ...
|
|
In queste pagine si aggira una metamorfosi in pelliccia, una fata che cambia a vista, una mercuria, una chimera – una felis chimera: insomma, una gatta. Che il suo buio fulgore attraversi la casa in...
|
|
Una essenzialità minerale, riflessiva, è la caratura di questa poesia, che del resto ha in sé getti e arborescenze, nodi e radici da misurare con altri carati – giusta l’induzione lessicale che...
|
|
Ecco un piccolo libro eccessivo, ossessivo, ipnotico – il libro di un manierista e di un miniaturista, che concentra in un solo fiore, il papavero, dilatato a misura di mondo, una folla di simboli p...
|
|
Poesie per una bambina, accompagnate con disegni di mano della bambina medesima: potrebbe sembrare un gioco, una festa d’infanzia; ma il gioco è serio. Vi è una tale grazia e assolutezza, quasi or...
|
|
Uno Shelley essenziale e «notturno», lontano dall’immagine più corrente del poeta di panica eloquenza, è quello che qui si delinea, per una adesione originaria, si direbbe, al cuore più oscuro ...
|
|
La poesia di Marco Caporali è ellittica e essenziale – parte dall’immagine per andare verso l’ideogramma. Ha dietro di sé la tradizione gnomica e epigrammatica, e il modello moderno più pross...
|
|
Annunciati in due diverse lettere all’amico Robert Bridges (il 17 maggio 1885: «Dopo lungo silenzio ho scritto due sonetti, che sto ritoccando: se mai qualcosa venne scritta col sangue fu uno di es...
|
|
Con i suoi indizi e nomi di stagioni, i cieli grondanti o assolati, che rispondono alle mutevoli «meteorologie dell’anima», Medusa può configurarsi come un diario – da un autunno a un autunno. ...
|
|
Una partenza infinitamente protratta o una permanenza infelicemente precaria: ovvero una lunga vigilia di amore e memoria – amore e memoria della città che si dovrebbe e non si vorrebbe lasciare. A...
|
|
Dodici poesie, scritte tra il 14 e il 25 settembre 1924, sono il lascito di Enrico Fracassi, poeta romano ventiduenne, che nel novembre di quello stesso anno si tolse la vita. Fatte conoscere da Falqu...
|
|
Scritti di getto in un pomeriggio d’autunno dell’anno 1985, i quindici sonetti che danno forma alla «lettera» rovesciano il dorato elegismo dell’assenza in un lucido furore confabulatorio: «H...
|
|
Un casto sarcasmo e la carità – la grazia – della poesia che salva e sottrae l’esperienza alla sua brutale insignificanza, circuisce in questi versi la figura del VAM. Chi è il VAM? «Chi sono...
|
|
«Di fronte a libri come questo non mi pare abbia senso, almeno per me, chiedersi se siano avanzati oppure attardati» scriveva Vittorio Sereni, nel 1978, accompagnando nel risvolto di copertina Il tr...
|