Cinque poemetti uniti da una peculiarità: una resa descrittiva e visiva e uditiva di spazi, tempi e gesti (non solo della gestualità corriva ma di quella che registra i passi divergenti del poeta). Cinque opere dove la perfetta costruzione strofica e del verso rende paradossalmente la materia emozionale del poeta ancora più “esplosiva” e irriducibile ad ogni delimitazione. Onofrio Lopez torna alla poesia dopo anni di silenzio – non si fatica ad immaginare molto meditato e sofferto. Da qui, anche da qui, quell’urgenza di canto, di cui si è detto, e il fuoco che pervade la sua parola: un risarcimento al tempo sottratto alla poesia e, insieme, un’orgogliosa, significativa (e promettente di esiti futuri ancora più importanti di quelli raggiunti nella presente raccolta) riaffermazione di identità poetica.
(Domenico Vuoto)
Incisioni di Gianni Cacciarini
Con testi di Francesco Dalessandro e Domenico Vuoto
Da La valle dell'arte è un'iperbole:
La valle è un’iperbole, un miraggio solare
sotto un mare di nuvole, raccoglie tutte
le età, ognuna con materie da modellare.
I silenzi goduti nei chiostri e nei parchi
occultati trasformano le mie verità sottaciute
in presenze ostinate. Per amicizia, offro
un biglietto d’ingresso al primo forestiero.