Chiuso in casa, murato nella quotidianità, ostaggio della ripetizione, il poeta ha deciso di fare di questa vivace agonia giornaliera l’oggetto della sua osservazione – fino a arrivare a scoprirsi in verità chiuso non tanto in casa quanto nell’ossessione «di rendere l’osservatore il suo oggetto», per fare di se stesso – vene e nervi e tendini anellati e intrecciati in un’unica trama coi giorni – il proprio blasone: «un animale araldico arrestato / sulle due zampe e così raffigurato».
Ma sarà proprio così? Questo libro, e la condizione che raffigura, appare tutt’altro che riducibile alla fissità araldica; piuttosto lo si pensa inafferrabile, indefinibile, come la vita e i sogni – e il suo autore diviso tra il desiderio e il delitto. Il desiderio che tutto – pensieri, gesti, fiati, vapori – fluisca nel suo destino di evanescenza, di scomparsa, inafferrato, vivo; e il delitto di fermarlo, imprigionarlo, irrigidito nella sua morte figurale, in stemma.
È in questa secolare contraddizione tra vita e scrittura, che si traduce in agonismo dell’io con se stesso, in questa crepa o voragine antinomica che l’io si precipita e sparpaglia in tutta la sua fittizia identità. Non senza lampi e clamori, sarcastiche piroette e acrobatiche inarcature, com’è nei modi di questa poesia che fa scaturire dal vuoto e dalle tenebre della negazione la pienezza splendente della sua affermazione.
In copertina un dipinto dell'autore
da L’io non esiste
Poesia, mia paziente giardiniera,
taglia sfoltisci metti ordine
nel groviglio dei pensieri, in questo
gran disordine dove ogni pensiero
si ripete si perde come in un assedio
di erbe che si fanno presto sterpi
tra loro soffocandosi serpentine
e solo il dispetto, tra serpi e spine,
velenoso verdeggia; anche nei sogni
le ortiche invadono la casa, i ragni
fanno il nido nel mio letto: e tu, presto,
riprendi tutto – ragni erbe serpi,
sotto la tua paziente tutela,
mia poesia, perfetta giardiniera.
SE L’IO NON ESISTE
di Marco Caporali
da «Pagine»
Ironia è provvidenza, nella coazione ad osservarsi scrivere, come si osserva il comico discendente, senza eredi, di un’illustre e tragica genia. Nell’ultimo libro di Gianfranco Palmery, L’io non esiste, la sola possibile fede è in quella spoglia ininfluente di una grandezza decaduta che ha nome poesia. Fede per via derisoria, nella forma dell’autodenigrazione, laddove coincidono osservatore e osservato, carceriere e recluso. Eppure, nonostante l’involuzione, il mondo in virtù della poesia, sottraendosi all’informe, al caos e all’arbitrio, diviene intelleggibile e dicibile. [...]
L’IO NON ESISTE
di Idolina Landolfi
da «La Sicilia – Stilos»
Ogni poesia è sempre postuma, come scrive l’autore nella premessa a L’io non esiste: e in ciò sono con lui, soprattutto perché un’opera come questa, di grande efficacia nella compattezza delle sue modalità, nell’andamento egregio della versificazione, ancor più mi conforta nel mio convincimento. [...]
L’IO NON ESISTE
di Giancarlo Pontiggia
da «Testo»
[...] Alle «Stanze» appartiene l’ultimo lavoro di Gianfranco Palmery, L’io non esiste, preceduto da due dense paginette di poetica che illuminano il senso del titolo e del libro: «Che un poeta dica io o tu o dica polimetis Odisseus o our ancient friend Don Juan: tutto è invenzione: l’io non esiste – se non al pari di ogni altro eroe, come veridica menzogna, maschera solenne o ironica, patetica o tragica». [...]
Associazione Culturale "Il labirinto"
Per contatti: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
MEDIALIBRI DIFFUSIONE S.r.l.
Via Baldo degli Ubaldi, 144
00167 – Roma
Tel. 06.6627304
Distribuzione NAZIONALE
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
"Il labirinto " - Associazione di Promozione Sociale - Viale delle Milizie 3 - 00192 Roma - C.F. e P. Iva 15075651008 - Realizzazione Geniomela.it